Il Ramadan è uno dei pilastri fondamentali dell’Islam, rappresentando il quarto dei cinque precetti principali di questa religione.
Sebbene sia noto principalmente per il digiuno, il mese del Ramadan è anche un momento di celebrazione e unione per i musulmani, che si ritrovano spesso per condividere il pasto serale dopo il tramonto.
Un bambino di 7 anni avrebbe chiesto espressamente di non partecipare alla mensa scolastica, senza nessuna costrizione.
Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, la scuola ha richiesto un incontro con la famiglia per valutare la situazione.
La dirigente scolastica dell’istituto ha dichiarato al quotidiano Libertà: “Il padre ci ha spiegato che non si tratta di un’imposizione, ma che il figlio ha scelto liberamente. Il nostro consiglio è stato quello di suggerire al bambino, possibilmente con il parere del pediatra, di astenersi solo in modo limitato.”
La vicenda ha suscitato una forte reazione da parte della Lega. Matteo di Benedetto, capogruppo del partito a Bologna, ha dichiarato: “Un bambino di sette anni a Piacenza costretto a digiunare a scuola per il Ramadan. E i genitori dicono che è stata una sua scelta. Possiamo davvero credere che un bambino così piccolo possa decidere da solo di privarsi del cibo? È inaccettabile. La radicalizzazione islamica sta avanzando nell’indifferenza generale, minando le leggi e i valori del nostro Paese. Su questi temi, e su molti altri, è necessario intervenire. Bambini che digiunano, il velo integrale sempre più diffuso, il terrorismo: tutto fa parte dello stesso fenomeno.”
Le scuole e il Ramadan
In occasione del Ramadan, per esempio, un istituto scolastico di Trento ha informato le famiglie che gli studenti che osservano il digiuno potranno lasciare la scuola durante l’orario della mensa. Questa decisione è stata presa per rispettare la pratica religiosa senza alterare l’organizzazione scolastica.
Secondo questa misura, gli alunni che praticano il digiuno potranno uscire anticipatamente, previo consenso scritto dei genitori sul libretto personale, specificando che l’uscita avviene in autonomia. L’obiettivo è evitare che gli studenti rimangano in mensa senza mangiare, mentre i compagni consumano il pasto.
Ma cos’è esattamente il Ramadan, quali sono le regole da seguire e le eccezioni previste?
Il significato del Ramadan
Il Ramadan commemora la prima rivelazione del Corano a Maometto.
Si ritiene che le scritture divine siano state trasmesse a Maometto nel mese che è considerato il “più sacro di tutti”, durante una delle cinque notti dispari negli ultimi dieci giorni del Ramadan. Il digiuno fu reso obbligatorio nel secondo anno dopo la migrazione dei musulmani da La Mecca a Medina.
Per i musulmani adulti, il digiuno durante il Ramadan è un obbligo religioso (Farḍ), essenziale per essere considerati devoti.
Esistono, tuttavia, alcune eccezioni:
- Anziani
- Donne in gravidanza o in allattamento
- Persone con malattie gravi come il diabete o malati terminali
- Donne durante il ciclo mestruale
Alla fine del Ramadan, si celebra la “festa dell’interruzione del digiuno” (Eid al-Fitr), che segna l’inizio del mese di Shawwal, una delle festività più importanti del calendario islamico.
Le origini del Ramadan
Fu Maometto a stabilire il digiuno come pratica religiosa, con l’intento di sensibilizzare i musulmani sulla condizione di povertà e fame di molte persone.
Il Ramadan è anche un’opportunità per compiere atti di carità. Secondo la tradizione, durante questo mese le porte del paradiso (Jannah) sono aperte, mentre quelle dell’inferno (Jahannum) sono chiuse, un motivo di gratitudine verso Allah.
Il Ramadan potrebbe avere origini nella tradizione quaresimale delle Chiese Sirianiche, che praticavano un digiuno particolarmente severo, e si sarebbe ispirato alle tradizioni siriaco-cristiane.
Quando si celebra il Ramadan?
Il digiuno del Ramadan non segue un calendario fisso, poiché l’inizio del mese dipende dall’osservazione della luna crescente. Il calendario islamico, infatti, è lunare e conta circa 354 o 355 giorni, quindi ogni anno il Ramadan cade in un periodo diverso. La durata del digiuno varia tra i 29 e i 30 giorni e inizia con l’Hilal, o novilunio.
Il primo atto del Ramadan è la preghiera del mattino, seguita dalla colazione e dalla recita del Corano. Un momento particolarmente sacro del mese è “Laylat al-Qadr” (la Notte del Destino), che si verifica in una delle notti dispari degli ultimi dieci giorni del Ramadan. Si crede che in questa notte l’Arcangelo Gabriele abbia rivelato il Corano a Maometto. In questa occasione, i musulmani pregano e recitano il Corano in cerca di perdono per i peccati.
Un altro aspetto importante del Ramadan è la Zakat, un obbligo di carità che i musulmani devono adempiere per purificarsi e aiutare i bisognosi.
Le regole del Ramadan
Durante il Ramadan, i musulmani osservano un digiuno rigoroso: non si mangia né si beve nulla dall’alba al tramonto.
Inoltre, vengono evitate attività sessuali, atti di violenza (salvo in caso di legittima difesa), e peccati verbali come l’insulto, la menzogna o la bestemmia. È anche vietato fumare.
I pasti principali si consumano prima dell’alba (suḥūr) e dopo il tramonto (ifṭār). Il digiuno viene tradizionalmente interrotto con un dattero o un bicchiere d’acqua. Durante il Ramadan, si recitano anche le 5 preghiere giornaliere, si legge il Corano e si svolge la preghiera notturna, il Taraweeh, che viene generalmente eseguita in moschea.
Se una delle regole del Ramadan viene infranta per errore, il fedele deve espiare la colpa attraverso atti di carità o prolungando l’astinenza sessuale per altri 60 giorni.
Tradizioni e varianti culturali
Essendo praticato da oltre 1,9 miliardi di persone in tutto il mondo, il Ramadan presenta diverse tradizioni che variano da paese a paese. Ad esempio, in alcune nazioni africane come Tunisia, Algeria e Marocco, i pasti serali includono il couscous con agnello e uvetta, mentre in paesi asiatici come Siria e Giordania si consumano i “katai”, dolci locali a base di cocco, nocciole e zucchero.
Nei Paesi del Maghreb è anche comune bere succo di liquirizia durante il Ramadan, una bevanda che aiuta a regolare la pressione e rende il digiuno più sopportabile.
Una tradizione comune in tutto il mondo musulmano è il momento di condivisione serale. Le famiglie, i vicini e i membri della comunità si riuniscono per rompere il digiuno insieme, recitare il Taraweeh e vivere un’intensa esperienza religiosa e di convivialità.