Pensione: quanto prenderò in base agli anni di lavoro?

Per ogni lavoratore, arriva prima o poi la domanda fatidica: “Quanto prenderò di pensione?“. Quando si avvicina la fine della carriera lavorativa, sapere in anticipo quale sarà l’importo della pensione è cruciale per pianificare il proprio futuro e assicurarsi di poter mantenere uno stile di vita adeguato.

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Molti accettano lavori meno gratificanti proprio per garantirsi una stabilità economica e accumulare i contributi necessari per ottenere una pensione. Ma come si può calcolare quanto si prenderà in base agli anni di lavoro e ai contributi versati? E cosa succede se si decide di andare in pensione anticipatamente?

Calcolare la pensione: fattori e simulazioni

Calcolare l’importo della pensione futura non è un compito semplice, poiché dipende da numerosi fattori. Tra i più rilevanti troviamo il tipo di lavoro svolto, il numero di anni di contributi versati e lo stipendio medio percepito durante la carriera. Inoltre, il metodo di calcolo applicato può variare a seconda dell’anzianità contributiva maturata entro il 31 dicembre 1995.

Il sistema contributivo, in vigore per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995, si basa esclusivamente sui contributi effettivamente versati. Ogni anno di lavoro contribuisce a creare un capitale che verrà convertito in pensione mensile attraverso un coefficiente di trasformazione, il cui valore aumenta con l’età del pensionamento.

Per chi, invece, ha maturato contributi prima del 1996, si applica il sistema misto, che combina il metodo retributivo, basato sugli ultimi anni di stipendio, con il sistema contributivo. In questo contesto, gli anni di contributi versati e l’età in cui si va in pensione giocano un ruolo fondamentale nell’importo finale della pensione.

Pensione anticipata: vantaggi e svantaggi

Per alcuni lavoratori, la pensione anticipata può rappresentare una via d’uscita dal mondo del lavoro prima di raggiungere l’età pensionabile standard. La pensione anticipata ordinaria consente, infatti, di ritirarsi con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Tuttavia, optare per la pensione anticipata comporta alcune considerazioni importanti, soprattutto in termini di riduzione degli importi.

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Il sistema contributivo, infatti, penalizza chi decide di andare in pensione prima del previsto. L’importo della pensione sarà inevitabilmente più basso rispetto a quello che si otterrebbe continuando a lavorare fino all’età pensionabile standard. Questo accade perché, andando in pensione prima, si accumulano meno anni di contributi e il coefficiente di trasformazione, utilizzato per convertire i contributi in rendita pensionistica, sarà meno vantaggioso.

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Esistono però altre opzioni di pensione anticipata per specifiche categorie di lavoratori. Ad esempio, chi ha iniziato a versare i contributi dal 1° gennaio 1996 può ritirarsi a 64 anni di età con almeno 20 anni di contributi, a condizione che l’importo della pensione sia di almeno 1.409,13 euro al mese, una cifra pari a 2,8 volte il valore dell’assegno sociale. È essenziale valutare attentamente queste opzioni per evitare sorprese e garantire una pensione che possa sostenere un tenore di vita adeguato.

In definitiva, la scelta di andare in pensione anticipatamente deve essere ponderata con attenzione. Utilizzare strumenti come il simulatore dell’INPS può aiutare a fare una stima realistica della pensione che si andrà a percepire, considerando anche la possibilità di integrare la pensione pubblica con forme di previdenza complementare.

Previdenza complementare: un pilastro aggiuntivo per la sicurezza economica

Con l’evoluzione del sistema pensionistico, è diventato evidente che la pensione pubblica potrebbe non essere sufficiente per mantenere il tenore di vita desiderato una volta lasciato il mondo del lavoro. Il passaggio dal sistema retributivo al sistema contributivo ha comportato una riduzione dell’importo delle pensioni, rendendo indispensabile considerare soluzioni integrative.

La previdenza complementare rappresenta un’opzione valida per integrare la pensione pubblica. Si tratta di fondi pensione o piani individuali che permettono di accumulare risparmi durante la vita lavorativa, da utilizzare poi come rendita aggiuntiva al momento della pensione. Questi strumenti offrono la possibilità di colmare il divario tra lo stipendio percepito e l’assegno pensionistico, contribuendo a mantenere uno standard di vita adeguato anche durante la pensione.

Aderire a un piano di previdenza complementare è consigliato soprattutto per i lavoratori più giovani, che hanno davanti a sé molti anni di carriera e accantonare piano piano un piccolo capitale. Tuttavia, anche chi è più vicino alla pensione può trarre vantaggio dalla pensione integrativa, soprattutto se si prevede che la pensione pubblica sarà inferiore alle proprie aspettative.

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