L’approvazione della legge Varchi ha reso l’utero in affitto un reato universale. Ciò significa che chiunque ricorra alla gestazione per altri (GPA) è perseguibile dalla legge italiana, anche se fatta in un paese dove è legale.
Questo provvedimento ha scatenato forti reazioni sia in Italia che all’estero, e ha sollevato numerose questioni riguardo all’applicabilità e agli effetti di tale normativa, soprattutto in relazione alla tutela dei diritti delle coppie coinvolte e dei bambini nati da questa pratica.
La gestazione per altri fatta all’estero, è ora perseguibile in Italia
Già prima dell’entrata in vigore, la legge ha causato preoccupazioni in diverse coppie, alcune delle quali hanno già intrapreso percorsi di GPA all’estero. Filomena Gallo, avvocata e segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni, riferisce che circa 30 coppie sono già pronte a fare ricorso e si sono rivolte a lei per ricevere assistenza legale.
Tra queste coppie, quattro sono omosessuali e 26 eterosessuali, provenienti da diverse regioni italiane. Alcune di queste coppie hanno già raggiunto una fase avanzata del processo di GPA, con 10 di esse in attesa del parto all’estero.
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Bisogna infatti far notare come la gestazione per altri sia, contrariamente a quanto si crede, più utilizzata dalle coppie eterosessuali che dalle coppie omosessuali. Infatti sono molte le coppie etero che non riescono ad avere figli, né in modo naturale né con la fecondazione assistita.
Come far applicare la legge Varchi e la tutela dei minori
La legge Varchi mira a rendere la GPA un reato perseguibile anche se la pratica è effettuata in un paese dove è legale. Questo pone importanti questioni giuridiche: come sarà dimostrato questo reato? Come verranno individuate le coppie che hanno scelto la GPA all’estero?
La legge introduce sfide significative per quanto riguarda la cooperazione internazionale tra paesi e l’acquisizione di prove, dato che in ben 66 paesi la GPA è regolamentata.
Secondo Filomena Gallo, la legge rischia di non essere applicabile in modo efficace e potrebbe addirittura compromettere la tutela dei bambini nati da GPA, invece di proteggerli.
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La legge creerebbe paura e incertezza per i bambini nati da GPA: molti ragazzi, dopo aver appreso dell’approvazione della legge dai telegiornali, hanno paura di essere tolti alle proprie famiglie. Questo clima di incertezza ha sollevato preoccupazioni su come la legge possa influire negativamente sulla vita di questi bambini, invece di tutelare i loro diritti e il loro benessere nella loro famiglia reale.
Fino a 2 anni di carcere ai genitori per una legge bandiera
Anche Alessia Crocini, presidente delle Famiglie Arcobaleno, ha espresso dubbi sulla legge, descrivendola come una “legge di bandiera” dal carattere ideologico. Secondo Crocini, l’obiettivo è scoraggiare la genitorialità omosessuale, in particolare quella maschile, piuttosto che proteggere i diritti delle donne o dei bambini.
La pena prevista – fino a due anni di reclusione – sembra essere più simbolica che effettivamente deterrente, in quanto per chi è incensurato la pena viene sospesa automaticamente.
Le critiche internazionali e referendum abrogativo
Non mancano le critiche internazionali: il New York Times ha dedicato spazio alla legge Varchi, evidenziando come criminalizzi la richiesta di maternità surrogata all’estero, una misura che, secondo il governo conservatore italiano, avrebbe lo scopo di proteggere la dignità delle donne. Tuttavia, i critici vedono la legge come un ulteriore attacco alla comunità LGBTQ+ da parte del governo.
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Sul fronte interno, è stata avanzata l’ipotesi di un referendum abrogativo della legge, ma c’è scetticismo sulla possibilità di raggiungere il quorum necessario, data la scarsa partecipazione elettorale in Italia, soprattutto per questioni che riguardano minoranze.