A due anni dalla diagnosi di mieloma multiplo, Giovanni Allevi ha condiviso nuovamente la sua esperienza con la malattia, offrendo uno spaccato intenso delle sfide quotidiane che continua ad affrontare.
In una recente intervista al Corriere della Sera, il celebre pianista ha raccontato dettagliatamente il suo percorso di salute e le tappe più difficili attraversate, come documentato anche nel suo libro, I nove doni – Sulla via della felicità.
La diagnosi di mieloma e le prime avvisaglie
Allevi ha descritto l’inizio del suo calvario con un episodio molto toccante. Ha raccontato di aver avvertito un intenso bruciore alla testa, e in poche ore, tutti i suoi capelli, che erano lunghi e ricci, sono caduti.
Un giorno ho sentito un forte bruciore alla testa, e poiché i capelli erano lunghi, ricci e intrecciati tra di loro, li ho persi tutti insieme nel giro di poche ore. Li ho tolti come se fossero una parrucca.
Questo evento traumatico è stato solo l’inizio: il musicista si è ritrovato calvo, debilitato, imbottito di psicofarmaci e oppioidi, con una drastica perdita di peso e la necessità di una flebo costante per mantenersi idratato. Le sue condizioni fisiche lo avevano devastato, non solo esteticamente, ma profondamente anche sul piano emotivo. La conferma della diagnosi è arrivata poco dopo.
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Allevi ha rievocato il momento in cui, passeggiando per Roma, ha ricevuto la telefonata che gli comunicava di avere il mieloma. Inizialmente, ha spiegato di essersi sentito alienato, come se la diagnosi fosse stata rivolta a qualcun altro. Ricorda ancora vividamente la sensazione surreale di camminare su un marciapiede che sembrava diventare obliquo, segno di quanto il suo mondo fosse improvvisamente cambiato. Tuttavia, le parole della dottoressa sono state un faro di speranza, sottolineando che la diagnosi rappresentava il primo passo verso la guarigione.
Il dolore fisico e il trattamento con Fentanyl
Una delle conseguenze più debilitanti della malattia è stato il dolore fisico, specialmente alla schiena, che ancora oggi lo costringe a indossare un busto. Il pianista ha ricordato il momento in cui, durante un concerto alla Konzerthaus di Vienna, non riusciva a staccarsi dallo sgabello al termine della performance a causa del dolore lancinante. Fu allora che capì che il problema era grave.
Per alleviare il dolore, Allevi ha dovuto ricorrere a una terapia con Fentanyl, un potente oppiaceo noto per i suoi effetti collaterali devastanti. Negli Stati Uniti è in corso negli ultimi anni una grave crisi degli oppioidi, chiamata spesso anche epidemia, perché dagli anni ’90 sono ormai tantissimi i casi di overdose da ossicodone, idrocodone e Fentanyl.
Allevi, ha raccontato di come il farmaco, cento volte più potente della morfina, gli causasse una sensazione di febbre costante, giorno e notte, per mesi, un’esperienza fisicamente e mentalmente sfiancante.
Successivamente, una risonanza magnetica ha rivelato che una delle sue vertebre si era gravemente schiacciata, mettendo a rischio la sua capacità di camminare e lasciando aperta la possibilità che potesse essere costretto su una sedia a rotelle in futuro.
Giovanni Allevi: uno sguardo al futuro
Nonostante le difficoltà, Giovanni Allevi ha sviluppato una nuova prospettiva sul concetto di futuro. Ha ammesso di aver scoperto dopo che dal mieloma non si guarisce mai del tutto, ma che si può imparare a convivere con la malattia, guarendo giorno per giorno.
Questa riflessione si riflette anche nella sua musica: uno dei suoi brani recenti, Tomorrow, esprime proprio la sua rinnovata visione del domani, non più come un traguardo lontano, ma come un presente dilatato, da vivere pienamente attimo per attimo.
La sua esperienza, seppur dolorosa, gli ha insegnato l’importanza di apprezzare il momento presente, un insegnamento che ora condivide con il mondo attraverso la sua arte.
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