Il medico tedesco Emil Kendziorra ha fondato Tomorrow Biostasis, una start-up che si occupa di crioconservare i cadaveri in una struttura situata in Svizzera. Attualmente, i primi quattro clienti sono già stati ibernati nella struttura.
La possibilità di ibernare i corpi per riportarli in vita
Una clinica a Rafz, in Svizzera, offre alle persone la possibilità di ibernare i corpi senza vita. L’ambizione della start-up Tomorrow Biostasis è mantenere i corpi in uno stato ottimale, criogenizzandoli a una temperatura di -196 gradi Celsius, nella speranza che in futuro si sviluppino tecnologie in grado di rianimarli.
Il progetto è guidato dal Dr. Emil Kendziorra, esperto in criogenizzazione.
La cosa sorprendente è che questa attività è già operativa e, ad oggi, sono stati ibernati 377 corpi nella struttura svizzera, di cui 15 italiani.
Per assicurarsi un posto per il proprio corpo, è necessario pagare una quota di 200.000 euro. Tuttavia, non vi è ancora alcuna certezza sulla possibilità di rianimare con successo i corpi in futuro.
I clienti che si vogliono fare ibernare
Tomorrow Biostasis ha clienti provenienti da tutta Europa, la maggior parte dei quali ha un’età compresa tra i 25 e i 45 anni.
Molti di loro provengono da ambiti tecnici, tra cui consulenti, scienziati, medici, informatici e ingegneri, e il 70% sono uomini. Secondo Emil Kendziorra, il fondatore, il settore è destinato a crescere. Attualmente, circa 400 persone sono crioconservate in tutto il mondo.
Come funziona la crioconservazione?
Tomorrow Biostasis ha convertito diverse ambulanze in sale operatorie mobili, pronte ad intervenire poco prima del decesso della persona. Una volta dichiarata clinicamente morta, la crioconservazione può iniziare: il corpo viene trasportato nella struttura di Rafz, in Svizzera, dove già riposano i primi quattro clienti. Ogni corpo è conservato in un contenitore d’acciaio alto tre metri riempito di azoto liquido. La procedura costa 200.000 euro, la maggior parte dei quali viene destinata a una fondazione che investe il denaro per garantire la conservazione a lungo termine delle salme, spiega Kendziorra.
Alle critiche che lo accusano di speculare su speranze irrealistiche, risponde: «Potrei guadagnare meglio facendo altro».
Sottolinea anche che si tratta di una scommessa sulle tecnologie future, e invita chiunque a scegliere la crioconservazione solo se pienamente consapevole.
Sono necessarie ancora molte ricerche: uno dei maggiori ostacoli è il riscaldamento del corpo dopo la crioconservazione senza causare danni.
Inoltre, rimane il problema di invertire l’invecchiamento e curare le malattie. Secondo Kendziorra, ci vorranno almeno 200 anni per superare queste sfide.
La crioconservazione è già utilizzata da tempo per lo sperma, gli ovuli e gli embrioni.
Tuttavia, Stefan Schlatt, professore di medicina riproduttiva all’Università di Münster, ritiene irrealistico pensare che possa funzionare con organi e corpi interi, data la loro complessità. Inoltre, afferma che non rassegnarsi alla morte è un atteggiamento sbagliato nei confronti della vita, poiché «è estremamente importante per l’evoluzione che gli esseri viventi muoiano e facciano spazio alla generazione successiva».
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